Cirelli: Oggi parliamo di… Cirelli 7
Ogni casa automobilistica ha un modello simbolo, quello che racconta più di tutti la sua visione del futuro e il suo DNA. Per Cirelli, quella vettura è la Cirelli 7. Se la Cirelli 5 rappresenta il cuore della gamma e il punto di equilibrio tra comfort e sportività, la 7 è la dichiarazione d’intenti definitiva: potenza, esclusività e tecnologia che non dimentica il piacere di guida.
Parliamo di una gran turismo d’alta gamma pensata per
chi vuole viaggiare veloce, comodo e con stile. Un’auto capace di portarti a
cena nel centro storico di una città d’arte e, il giorno dopo, farti vivere un
passo di montagna come fosse una pista.
Design: muscoli scolpiti, eleganza dinamica
L’estetica della Cirelli 7 è ricercata, potente, ma mai
eccessiva. È lunga, bassa e larga, con proporzioni classiche da gran turismo e
dettagli che raccontano cura artigianale.
Il frontale è dominato da una calandra ampia e aggressiva,
affiancata da fari a matrice LED sottilissimi che sembrano frecce pronte a
scoccare. Il cofano lungo e le spalle posteriori pronunciate proiettano forza e
presenza, mentre il posteriore ospita uno spoiler attivo integrato e doppi
scarichi di forma ovale.
La 7 ha quell’eleganza indiscutibile che richiama i fasti delle grandi GT italiane, ma reinterpretata in chiave moderna e muscolare. È un’auto che non urla, ma impone rispetto.
Interni: lusso sportivo con anima da pilota
Entrando nell’abitacolo, la prima parola che viene in mente
è raffinatezza. Pelle pieno fiore, Alcantara, pannelli in fibra di
carbonio satinata, cuciture curate al millimetro. Ma non è una sala d’albergo:
è una cabina di comando.
Il posto guida è basso, le bocchette dell’aria circolari
richiamano il mondo racing, il volante è compatto e presenta comandi fisici
essenziali. Un display curvo di nuova generazione racchiude strumentazione e
infotainment in un’unica superficie fluida, ma la filosofia rimane quella
Cirelli: la tecnologia c’è, ma non distrae.
Il tunnel centrale ospita un selettore in metallo lavorato
per le modalità di guida, un dettaglio che ricorda gli strumenti meccanici
d’altri tempi. I sedili sono avvolgenti ma confortevoli, adatti tanto a un
viaggio coast-to-coast quanto a un track day improvvisato.
Cuore e prestazioni
Sotto il cofano della Cirelli 7 pulsa un V6 biturbo da
3.0 litri accoppiato a un sistema elettrico ad alte prestazioni, capace di
offrire una potenza complessiva attorno ai 500 CV. L’ibrido non è
pensato soltanto per la città: è un supporto alla performance, con:
La trazione è integrale con ripartizione variabile, mentre
il cambio automatico a doppia frizione regala innesti rapidi ma fluidi.
Su strada la 7 colpisce per equilibrio. È potente, sì, ma
soprattutto comunicativa: lo sterzo preciso, il baricentro basso e un assetto
attivo che adatta la vettura senza rendere tutto artificiale. In modalità
Comfort, diventa una viaggiatrice impeccabile; in Sport, tira fuori una voce
piena e profonda e una risposta dinamica degna di una sportiva pura.
Elettrificazione intelligente
La batteria consente oltre 50 km in elettrico per
spostamenti urbani, mentre su percorsi extraurbani l’unità elettrica lavora
come un partner perfetto del motore termico, non come sostituto. L’obiettivo
non è solo ridurre consumi, ma elevare l’esperienza di guida.
È una filosofia controcorrente, in un’epoca in cui molti
costruttori puntano alla guida autonoma totale. Qui, invece, la guida è un
piacere da vivere, non un compito da delegare.
Il carattere di una vera GT
La Cirelli 7 non è per chi cerca l’auto più efficiente o
quella più futuristica possibile. È pensata per chi ama guidare, per chi vuole
sentire il motore, percepire la strada e dominare i chilometri.
Una gran turismo moderna, ma fedele ai valori classici del
marchio:
Conclusione
La Cirelli 7 è una vettura per chi vive l’auto come
un’estensione del proprio carattere. È lusso, è tecnica, è passione. È un ponte
ideale tra le GT di una volta e il futuro della mobilità. Una macchina che non
si limita a portarti da A a B, ma ti ricorda perché ti sei innamorato dei
motori.
Perché certe emozioni non possono — e non devono — essere
sostituite da un algoritmo.